Shakespeariana a Vivara quando il teatro incontra la natura e il silenzio diventa scena
Lo scorso weekend, l’isola di Vivara, riserva naturale statale e scrigno di biodiversità nel cuore del Golfo di Napoli, ha ospitato per la prima volta nella sua storia un evento teatrale unico nel suo genere: Shakespeariana a Vivara (Come vi piace), visita-spettacolo itinerante ideata dalla Compagnia Teatro Libertario AC, con il patrocinio dell’Accademia Internazionale di Teatro di Roma. Un esperimento riuscito di teatro site-specific che ha saputo coniugare arte, ambiente e poesia in un equilibrio fragile e prezioso, come il luogo che lo ha accolto.
Vivara non è un luogo qualsiasi. Collegata all’isola di Procida da un piccolo ponte, è una riserva naturale di appena 35 ettari, chiusa al pubblico se non per visite autorizzate e regolamentate. Un ecosistema delicato, abitato da specie botaniche rare e frequentato da avifauna migratrice, che si è trasformato, per tre sere consecutive, in un teatro diffuso, in cui lo spettacolo si è sviluppato lungo un percorso di circa due ore a contatto diretto con il paesaggio.
A guidare il pubblico, un gruppo di 50 persone sono stati gli attori della compagnia: Maria Belen Avila Balmaceda, Marco Bandiera, Raffaele Filipponi, Mattia Murgia, Alice Sara e Andrea Senesi. Un cast affiatato, capace di dare corpo e voce a un’antologia di testi shakespeariani selezionati per la loro valenza naturalistica, filosofica e simbolica.
Le tappe sceniche – pensate in dialogo con le caratteristiche morfologiche e paesaggistiche di Vivara – hanno ospitato frammenti da opere come La Tempesta, Riccardo II, La Dodicesima Notte, Sogno di una notte di mezza estate, I Sonetti e soprattutto Come vi piace, che ha ispirato anche il sottotitolo dell’evento. La foresta di Arden, i giardini dell’animo, le tempeste interiori, i travestimenti e le metamorfosi: tutto ha preso forma in una cornice di assoluta essenzialità, senza scenografie né amplificazioni, dove la vera protagonista era la relazione tra parola e paesaggio.
Il pubblico ha camminato, ascoltato, osservato. Ha condiviso momenti di sospensione e meraviglia: un verso sussurrato tra le fronde, un monologo che si spegne nel canto di un uccello, una riflessione che si apre davanti al mare dorato del tramonto. “Non è stato uno spettacolo da guardare, ma da attraversare”, ha commentato una spettatrice a fine percorso. “Un’esperienza che non si dimentica facilmente.”
Nel tempo in cui molti eventi culturali rischiano di diventare invasivi o dirompenti per i contesti che li ospitano, Shakespeariana a Vivara si è distinto per la sua delicatezza e coerenza progettuale. Nessuna struttura aggiunta, nessun palco, nessun impianto audio, nessun rifiuto lasciato. Solo esseri umani in ascolto della natura, nel rispetto delle sue regole e dei suoi ritmi.
“Abbiamo concepito questo lavoro come un atto di ascolto in piena sintonia con la Riserva” spiega il regista e ideatore del progetto. “Non volevamo portare Shakespeare a Vivara, ma far emergere quello che Vivara già custodiva”.
l risultato è stato un evento sold-out in tutte e tre le repliche, con prenotazioni arrivate da tutta la Campania e anche da fuori regione. Ma soprattutto, Shakespeariana a Vivara ha lasciato dietro di sé un’eredità culturale e ambientale significativa: quella di un teatro che non consuma, ma rigenera; che non impone, ma si adatta; che non intrattiene soltanto, ma fa riflettere.
Nel silenzio dei sentieri, tra gli odori della macchia e i suoni del crepuscolo, lo spettacolo ha sollevato interrogativi profondi: qual è il nostro rapporto con l’ambiente? Come possiamo coniugare libertà e responsabilità? Qual è il ruolo dell’arte oggi, in un tempo segnato dalla crisi ecologica e climatica?
Domande che non trovano risposte immediate, ma che hanno trovato un luogo in cui risuonare. E forse è proprio questa la missione più autentica del teatro: non dare soluzioni, ma aprire visioni. Offrire uno spazio in cui la bellezza diventa pensiero, e il pensiero si fa azione.
Visto il successo e la straordinaria partecipazione, il comitato di gestione della riserva di stato di Vivara e la Compagnia Teatro Libertario stanno valutando la possibilità di ripetere Shakespeariana a Vivara magari già subito in autunno magari estendendolo a più giorni o coinvolgendo altre realtà artistiche e scientifiche.
La sfida ora è quella di non disperdere l’energia generata da questo piccolo grande evento, ma di proseguire nella costruzione di una cultura che sappia abitare il mondo con poesia, consapevolezza e cura.
Perché, come ci ricorda Shakespeare e come ci ha ricordato Vivara, “noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”. E forse, in fondo, anche la natura lo è.